Treemonisha, alla scoperta dell’opera più sottovalutata di Scott Joplin

Passato e presente si fondono in Treemonisha di Scott Joplin, scopriamo perché questo melodramma dovrebbe farci riflettere

Ci sono opere che riscuotono immediatamente un successo straordinario, e altre destinate a vivere nell’ombra della loro luce, nonostante meritino la ribalta tanto quanto le prime. Ed è proprio il caso di Treemonisha, un melodramma in tre atti che offre molti spunti di riflessione decisamente attuali.

Ma prima di parlarvi di Treemonisha, non possiamo non dire due parole sul suo compositore.

Chi è Scott Joplin?

Scott Joplin
Scott Joplin – artepassante.it

Scott Joplin nacque nel 1867 in Texas, figlio di uno schiavo liberato. La sua predisposizione per la musica è stata evidente fin da subito, da quando Scott ha cominciato a muovere le dita sul pianoforte in modo leggiadro ma deciso, gettando le basi di un percorso musicale che lo avrebbe portato ad essere il musicista e compositore più famoso del ragtime.

Il suo successo è dovuto soprattutto a Julius Weiss, un professore di musica, che sorprese Scott suonare il piano in un locale quando aveva solo 12 anni, e gli promise che lo avrebbe portato lontano.

Possiamo dire che Julius mantenne la sua promessa e investì tempo, energie e passione nel farlo diventare il Re del ragtime, dandogli lezioni di musica gratuite e comprandogli un vecchio pianoforte per consentirgli di esercitarsi.

Il ragtime è un genere musicale che nasce per il ballo nei quartieri a luci rosse di alcuni quartieri statunitensi, come quello di Saint Louis e New Orleans. Prevede prevalentemente il pianoforte come strumento principale, e il ritmo è incalzante, simile a quello che poi verrà utilizzato nel jazz. Forse è per questo che, per molti aspetti, il ragtime viene considerato il suo antenato.

Ma ben presto Scott vuole di più, pretende che il ragtime muti in un tipo di musica più “impegnata” a livello sociale e che trasmetta dei messaggi importanti. Proprio con questo obiettivo in mente, dà vita a Treemonisha.

Treemonisha: molto più di semplice ragtime

Joplin voleva dare più spessore al ragtime, inserire delle tematiche in musica che potessero renderlo un genere non solo ballabile, ma più profondo.

Treemonisha voleva essere proprio un passo in questa direzione, ma gli editori rifiutarono di pubblicarla per questo motivo: un’opera di neri non era ciò che volevano, soprattutto se consideriamo che gli editori erano uomini bianchi a cui poco importava di questioni sociali o tematiche più alte che riguardassero le persone di colore.

Ma Joplin non si è mai arreso e nel 1911 pubblicò personalmente Treemonisha, facendola rappresentare a sue spese, ma non ebbe successo e non solo Joplin morì nel 1916, un anno dopo la sua rappresentazione dal vivo, ma anche la partitura per orchestra andò perduta.

Solo negli anni ‘70, Treemonisha venne riesumata da una musicologa americana, Vera Brodsky e nel 1972, Gunther Schuller curò personalmente la messa in scena di Treemonisha, dopo un’attento e curato lavoro d’orchestra.

Così, anche se in ritardo, il successo è arrivato: Treemonisha si è aggiudicata il Premio Pulitzer nel 1976, peccato che Joplin non fosse lì per vederlo accadere…

Di cosa parla Treemonisha?

note musicali Treemonisha
Treemonisha, piano score – artepassante.it

La protagonista di questo melodramma è Treemonisha, una neonata di colore ritrovata abbandonata sotto un albero da una coppia di neri liberati, che vivono in una piantagione in Arkansas.

La vita di quella bambina cambia grazie a loro, che le danno l’opportunità di studiare e crescere in un ambiente accogliente. Treemonisha capisce di volersi impegnare attivamente per il suo popolo e per questo verrà nominata capo del villaggio.

L’opera si svolge in tre atti e vuole essere un messaggio di speranza: attraverso l’istruzione si può arrivare lontano, si può combattere l’ignoranza e la superstizione. Solo la conoscenza può salvare dal pregiudizio e dalla cattiveria.

Durante il melodramma, Treemonisha viene rapita da alcuni stregoni perché lei rifiuta la superstizione e per questo viene considerata diversa e pericolosa, come posseduta da spiriti maligni. Eppure, Treemonisha, che viene salvata da un amico, decide di perdonarli ed evita che gli stregoni vengano giustiziati una volta tornati al villaggio.

Questo insegna come alla violenza si possa scegliere sempre il perdono, e mostra come un vero leader sappia guidare il proprio popolo verso dei valori positivi e rimanere saldo e ancorato alle proprie idee anche quando sarebbe più facile cedere.

Un messaggio positivo e ricco di speranza, che è meraviglioso anche da ascoltare grazie alla melodia unica e i cori potenti dell’opera.

 

Scott Joplin ha sempre vissuto all’insegna della musica, credendo ogni giorno nel suo sogno. Ma, cosa più importante di tutte, ha deciso di non abbandondare i messaggi che lui voleva trasmettere attraverso ciò che componeva, nonostante i no e le porte chiuse.

Treemonisha dimostra che per fare in modo che gli altri credano nella nostra arte dobbiamo crederci prima di tutto noi, e chi lo sa? Forse, proprio come in questo caso, il successo prima o poi arriverà lo stesso.

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