Caravaggio, 10 dipinti per conoscere la sua arte

Facciamo un approfondimento sulla vita, lo stile e le opere più importanti di uno dei pittori italiani più famosi di sempre: Caravaggio

Michelangelo Merisi, noto come Caravaggio, è una delle figure più eminenti nella storia dell’arte. Originario di Milano, all’inizio della sua carriera si trasferisce a Roma, dove lavora per il cardinale Francesco Maria del Monte e altri committenti di rilievo. Il suo carattere irritabile e impulsivo lo coinvolge in vari episodi negativi, incluso un omicidio nel 1606, che lo costringe a lasciare Roma. Da allora, vive in continuo movimento, prima a Napoli, poi a Malta, successivamente in Sicilia e di nuovo a Napoli. Spera sempre di poter fare ritorno a Roma, ma la malattia lo colpisce e muore sulla spiaggia di Porto Ercole. La sua fama di pittore e la bellezza delle sue opere gli hanno garantito un posto nella storia dell’arte, ma quali sono le caratteristiche dei suoi dipinti? E quali sono i migliori? Ecco le risposte a queste domande.

Tutto quello che c’è da sapere sull’arte e sulle opere di Caravaggio

La tecnica pittorica di Caravaggio fu rivoluzionaria nel contesto artistico del suo tempo. Prima del suo arrivo, l’arte era fortemente influenzata dalla tradizione accademica, con richiami ai maestri del Rinascimento italiano come Michelangelo, Raffaello, Tiziano, Correggio e Leonardo. Caravaggio introdusse il naturalismo, caratterizzato da soggetti realistici e un’illuminazione teatrale che metteva in risalto le forme con effetti drammatici. Le sue opere si concentravano principalmente sui soggetti umani, con uno sfondo spesso trascurato. Caravaggio dipingeva utilizzando modelli dal popolo, catturando l’esperienza della vita reale e traducendola in una pittura ricca di simbolismo, sensualità e dramma.

Amore Vittorioso
Amore Vittorioso | Immagine di pubblico dominio – Artepassante

 

Le sue opere giovanili sono cariche di simbolismo e sentimenti cristiani, con una precisione minuziosa nei dettagli e un’attenzione particolare ai contrasti di luce e ombra. Caravaggio influenzò numerosi artisti del suo tempo, tra cui Orazio Gentileschi, Adam Elsheimer, Carlo Saraceni e Rubens. Sebbene la sua arte fosse stata criticata dai classicisti, il suo lavoro tornò in auge nel XX secolo grazie all’interesse suscitato da Roberto Longhi nel 1951, che rinnovò lo studio e l’apprezzamento della sua opera.

Tutte le opere più belle e importanti di Caravaggio

Come detto in precedenza, Caravaggio rivoluziona il concetto di arte portando avanti il concetto di “pittura del vero”, dove è la realtà di tutti i giorni a essere il soggetto delle sue opere, riuscendo a fare un’istantanea della vita vera, quasi anticipando la fotografia. Tutte queste caratteristiche si proiettano e sono ben visibili nei suoi quadri. Ma quali sono quelli che bisogna assolutamente conoscere? Ecco la lista.

Decollazione di San Giovanni Battista

La Decollazione di San Giovanni Battista, la più grande tela mai dipinta da Caravaggio, si trova a Malta, nell’Oratorio di San Giovanni Battista dei Cavalieri, all’interno della Concattedrale di San Giovanni a La Valletta. In questa opera, Caravaggio raggiunge forse il culmine della drammaticità e della sacralità della sua pittura. In uno spazio vasto e anonimo, privo di elementi sacri o monumentali, San Giovanni viene brutalmente ucciso da un boia dall’aspetto triste e malinconico. Non c’è grazia né speranza in questa tavola d’altare così insolita, che l’artista firma utilizzando il sangue dello stesso Battista.

Decollazione di San Giovanni Battista
Decollazione di San Giovanni Battista | Immagine di pubblico dominio – Artepassante

 

Suonatore di Liuto

Per trovare questo quadro è necessario spostarsi a San Pietroburgo, in Russia, esattamente presso l’Ermitage, un museo rinomato che non necessita di presentazioni. Il dipinto “Il Suonatore di Liuto” appartiene alla fase giovanile di Caravaggio ed è uno dei suoi lavori più iconici. Presumibilmente, fa parte della collezione di Vincenzo Giustiniani, intellettuale, mecenate e straordinario collezionista italiano, che fu tra i primi ad apprezzare il talento di Caravaggio. Sul tavolo sono disposti un vaso di fiori, della frutta, un violino e dei fogli di musica. Di fronte a noi c’è il giovane musicista, dall’aspetto androgino, che cerca il nostro sguardo in modo diretto. Le sue labbra sono leggermente aperte, pronte a cantare: la musica e la pittura si fondono in un’opera multisensoriale.

Cena in Emmaus

La Cena in Emmaus della National Gallery rappresenta un’opportunità perfetta per esplorare le molteplici innovazioni introdotte dalla pittura di Caravaggio. Il dipinto ritrae un episodio narrato nel Vangelo di Luca: due discepoli ospitano a cena un viandante, che si rivela essere il Cristo risorto. Caravaggio decide di catturare l’istante preciso in cui Gesù spezza il pane e viene riconosciuto dai presenti. L’atmosfera è intima e rustica: l’oste indossa una modesta cuffietta, mentre gli apostoli, probabilmente modelli posanti nel suo modesto studio, sono vestiti con abiti contadini del XVII secolo, che trasportano la scena nel mondo contemporaneo, fuori dagli schemi della tradizionale pittura sacra. Se c’è un elemento sacro in questo dipinto, è probabilmente la luce, che crea suggestivi giochi di ombre sulla tavola e sullo sfondo.

Amore Vittorioso

Nella Gemäldegalerie di Berlino è conservato questo straordinario capolavoro, l’allegoria più celebre di Caravaggio. Il Cupido, che secondo alcune interpretazioni potrebbe raffigurare il giovane assistente (e forse amante) di Caravaggio, è alato, gioioso e trionfante. L’amore prevale sul mondo terreno, simboleggiato dalla natura morta; sulla regalità, rappresentata dallo scettro e dalla corona; sulla guerra, evocata dalle armi e dalla corazza; sulle arti e sulla musica, suggerite dal libro, dalla penna, dagli strumenti e dagli spartiti; infine, sull’intero universo. Il trionfo dell’amore sull’universo è il tema centrale dell’opera, conosciuta anche come “Amor Vincit Omnia”.

Morte della Vergine

Anche al Louvre di Parigi è esposto un eccezionale dipinto di Caravaggio: si tratta della Morte della Vergine, un’opera della sua fase matura. Il corpo della Madonna giace senza vita, privo di qualsiasi tratto soprannaturale. Caravaggio ritrae la realtà con estrema fedeltà: il drappo rosso rappresenta quello del suo studio e si ipotizza che la figura della Vergine sia un ritratto di Anna Bianchini, una prostituta che fu per lungo tempo sua amante. L’opera rinuncia alla speranza e alla trascendenza, offrendo piuttosto una visione cruda e autentica della dimensione umana e terrena.

Canestra di frutta

In Italia, esattamente a Milano, si può ammirare la celebre Canestra di Frutta, una natura morta che ha rivoluzionato la storia dell’arte. Questo piccolo dipinto è conservato nella Biblioteca della Pinacoteca Ambrosiana e fu esposto al pubblico nel 1598. Non è un lussureggiante cesto di frutta. Al contrario, vi sono pochi frutti, ingialliti e parzialmente marci, al centro del dipinto, con uno sfondo neutro e uniforme. È la semplice rappresentazione della realtà nella sua piena dignità: un oggetto comune, destinato alla caducità, che occupa il centro della tela con la stessa importanza di Gesù, gli apostoli e la Madonna.

Scudo con testa di Medusa

Sempre presso gli Uffizi si trova un’altra opera imperdibile di Caravaggio: lo Scudo con Testa di Medusa, probabilmente una delle raffigurazioni più celebri della storia dell’arte. Il supporto non è casuale ma evocativo: il dipinto a olio è montato su uno scudo convesso in legno che rievoca il mito greco. Medusa, mostruosa con serpi al posto dei capelli, ha il potere di pietrificare con lo sguardo chiunque la guardi negli occhi; Perseo, per ucciderla, usa lo scudo bronzeo di Atena come specchio per osservare la Gorgone senza subire il suo sguardo letale. Con questo stratagemma, Perseo riesce ad ucciderla, tagliandole la testa. Lo scudo degli Uffizi diventa così lo scudo sacro di Atena. Caravaggio cattura il momento di massima tensione della scena più violenta del mito, dando vita a un tema che diventerà una vera ossessione: il momento in cui la vita abbandona il corpo terreno.

Scudo con testa di Medusa
Scudo con testa di Medusa | Immagine di pubblico dominio – Artepassante

 

Bacco

Questo dipinto fu rinvenuto nel XX secolo nei magazzini degli Uffizi di Firenze, dove è attualmente in mostra. Come nel caso del Suonatore di Liuto, anche in questa opera Bacco sembra fissare direttamente lo sguardo dello spettatore, offrendogli la coppa di vino. Si presume che il soggetto ritratto sia uno dei modelli dell’artista, avvolto in un semplice lenzuolo, rappresentando più un personaggio rustico che sacro. La realtà si insinua così profondamente nel dipinto che è persino possibile individuare il piccolo autoritratto di Caravaggio, sfocato e vibrante, riflesso nella caraffa sulla tavola.

Davide con la testa di Golia

Nella Galleria Borghese è conservato il dipinto “Davide con la testa di Golia”, l’ultima opera di Caravaggio, considerata il suo testamento artistico. Davide, privo di gioia o soddisfazione, tiene la testa mozzata di Golia, il gigante sconfitto, che in realtà è un autoritratto di Caravaggio. Questo dettaglio inquietante trova spiegazioni nelle vicissitudini personali dell’artista: in fuga da anni a causa dei suoi misfatti, mentre sperava di ottenere la grazia, Michelangelo Merisi rischiava la pena di morte.

Giuditta e Oloferne

A Roma a Palazzo Barberini, e precisamente nella sua Galleria Nazionale di Arte Antica, si trova un’opera che segna un punto di svolta cruciale nella produzione artistica di Caravaggio: “Giuditta e Oloferne”. Questo dipinto rappresenta il primo momento in cui Caravaggio non raffigura un semplice istante, ma un’azione specifica. Un’azione estremamente violenta si svolge sotto una luce intensa e crudele. In questa opera emergono due elementi distintivi che caratterizzeranno profondamente l’arte di Caravaggio: il drappo rosso, spesso presente nel suo studio, e il tema della testa mozzata, un macabro leitmotiv della sua produzione più matura.

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