Supersex: la storia sbagliata di Rocco Siffredi

Dal 6 marzo Supersex racconta la vita di Rocco Siffredi, dall’infanzia in Abruzzo all’Olimpo del cinema per adulti

La figura di Rocco Siffredi non ha bisogno di molte presentazioni. Che si sia fruitori o meno di prodotti per adulti, è difficile che questo nome sia del tutto nuovo. La serie tv Supersex, uscita su Netflix il 6 marzo, però porta sul piccolo schermo la vita di Rocco Siffredi prima di diventare Rocco Siffredi. Per essere più precisi, di Rocco Tano prima di aver conosciuto la fama col porno. La serie infatti ripercorre la vita del celebre pornodivo dalla piccola cittadina di Ortona, in provincia di Chieti, fino alla pausa di riflessione che Siffredi decide di concedersi nel 2004 – destando lo stupore dei media.

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L’inizio delle riprese è stato comunicato nel settembre del 2022, e già dal suo annuncio la serie prometteva di portare in tv la storia di una vita decisamente fuori dagli schemi. Specie in una società quale quella italiana, ancora poco aperta all’idea di non considerare più il sesso come un tabù. In tal senso, in effetti, la nascita e la diffusione del personaggio di Rocco Siffredi alla massa ha dello straordinario.

La serie Supersex è il frutto della collaborazione di Matteo Rovere (per la casa di produzione Groenlandia), Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni, con la scrittura di Francesca Manieri.

La presentazione è avvenuta a Berlino nel corso del Festival Internazionale del Cinema della capitale tedesca nella sua 74esima edizione, nella sezione Berlinale Special.

Il cast è costituito da attori che si sono già guadagnati un certo successo sul grande schermo e in televisione. Alessandro Borghi (già comparso in film come Non essere cattivo, Suburra, Sulla mia pelle, Le otto montagne) e Jasmine Trinca (nota per La stanza del figlio, La meglio gioventù, Romanzo Criminale, La Storia e molti altri) per nominarne due, ma anche Adriano Giannini, attore ma anche doppiatore di grande talento.

Rocco Tano, il Rocco prima di Rocco

Rocco Siffredi nasce come Rocco Tano, nella cittadina abruzzese di Ortona il 4 maggio del 1964. La sua infanzia è presto funestata dalla morte dell’amato fratello Claudio, malato da tempo. Dopo aver iniziato a lavorare nella marina mercantile, a 16 anni segue il fratello Tommaso a Parigi. La capitale francese è un parco giochi per il giovane di provincia, che inizia a frequentare locali notturni e il quartiere di Pigalle. Lì, lavora in un ristorante e nel 1984 iniziano i suoi primi contatti col mondo del porno. È a Parigi che fa l’incontro dell’editore del magazine “Supersex” Gabriel Pontello.

Tuttavia, abbandona inizialmente l’attività di attore hard per potersi dedicare al mestiere di indossatore nella capitale britannica, spinto dall’amore per una giovane modella inglese di nome Tina. A Londra diventa modello per l’agenzia Garwin’s, ma anche lì viene raggiunto da proposte nel mondo del cinema per adulti. Viene contattato da Teresa Orlowsky, celebre pornodiva tedesca del tempo, che lo convince a girare un film con lei.

A piano a piano abbandona il suo nome di battesimo, e sceglie diversi pseudonimi prima di approdare al definitivo “Rocco Siffredi”. Nella scelta, Tano si è fatto ispirare dal personaggio interpretato da Alain Delon in Borsalino and Co., film del 1970 nel quale l’attore francese interpreta il gangster Roch Siffredi.

Nel corso della sua carriera arriva fin negli Stati Uniti grazie all’amico Marco Pe, che lo introduce nel mondo del porno americano. Gli States sembrano essere un terreno di gioco più interessante per sviluppare la sua carriera. Siffredi nel tempo entra in contatto con altre figure iconiche del mondo del porno, come l’attrice italiana Moana Pozzi. Negli anni si costruisce una carriera di tutto rispetto nel settore, divenendo uno degli attori più famosi dei film per adulti non solo in Italia.

All’età di 40 anni decide di prendersi una pausa di riflessione dal porno come attore, senza mai però abbandonare la produzione e la regia dei film. Infatti nel corso della sua carriera professionale apre anche la casa di produzione Rocco Siffredi Production con sede a Budapest. Nonostante l’annuncio di voler abbandonare il cinema hard definitivamente, Siffredi torna sul set nel 2007. La sua carriera però lo vede anche attore di film che esulano dal genere pornografico, concedendosi persino a commedie e a pubblicità.

Supersex: come si scardinano i tabù

Non è difficile intuire cosa possa avere di speciale questa serie. Anzitutto, la scelta più che peculiare del personaggio. In un Paese troppo spesso chiuso rispetto a tutto ciò che concerne l’ambito sessuale, presentare una serie che ha per protagonista un attore porno è di certo una scelta coraggiosa. Lo stesso Siffredi ammette di aver ricevuto la vera e propria iniziazione in quell’ambito a Parigi, città da sempre molto più aperta alle istanze di libertà sessuale.

In effetti, una delle caratteristiche più affascinanti che la serie indaga è proprio l’educazione sentimentale di Rocco Tano/ Siffredi. Quello che emerge, contro ogni previsione, è un ritratto di un ragazzino molto più spaventato che attratto dal sesso. Nella serie si vede come la sua iniziazione si concretizzi nel momento in cui, camminando a bordo strada, da un camion in corsa vola via una rivista: proprio “Supersex”. Il piccolo Rocco inizia a sfogliarla, diventando in qualche modo l’idolo dei ragazzi, essendo una rivista pornografica all’epoca qualcosa di difficilmente reperibile dai giovanissimi.

Poi, la scelta di parlare di un uomo ancora in vita. Peculiare, ma non insolita, in questo caso. Ultimamente, infatti, è sempre più frequente vedere serie tv dedicate a personalità ancora in vita – si pensi a quella su Francesco Totti.

In un’intervista rilasciata al magazine Vanity Fair, Siffredi stesso si meraviglia della scelta di parlare della sua vita da parte della casa di produzione. Ha infatti assistito a gran parte del processo produttivo, affiancando gli attori parlando con loro, cercando il confronto. Gli attori stessi, a loro volta, si sono detti molto soddisfatti dell’interazione con Siffredi, che si è sempre mostrato disponibile.

Nella stessa intervista, Siffredi ammette che il lavoro in sinergia con attori e produzione ha fatto sì che la serie rispondesse molto bene alla realtà dei fatti, senza troppi rimaneggiamenti. O, come precisa Siffredi, solo con “qualche slittamento temporale”.

Insomma, Supersex non è una serie che vuole far leva sulla componente più scabrosa o esplicita del personaggio di Siffredi. Piuttosto, la vita particolare di un ragazzo cresciuto in un contesto fortemente conservatore e che ha intrapreso una strada non facile.

Viene da pensare che Rocco Siffredi sia stato in grado – in maniera più o meno consapevole – di rappresentare un’epoca, ma anche il sogno proibito di molte persone. Uno spiraglio di modernità incarnata in un ragazzo di provincia e perbene che sceglie di assecondare un’inclinazione poco accettata in un’Italia (ancora) troppo bigotta, tanto da costruirci una carriera di successo e di diventare un simbolo.

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