Francesco Hayez, 5 opere per scoprire il famoso artista romantico

Forse lo conoscerete per la sua opera più famosa: Il bacio, ma Francesco Hayez ha realizzato numerosi capolavori, ecco i cinque migliori

Francesco Hayez è nato a Venezia, il 10 febbraio 1791 ma la sua famiglia era troppo povera per prendersi cura di lui, così venne affidato allo zio materno che si accorse fin da subito del suo talento.

Lo zio lo mandò a studiare nella bottega di Francesco Fedeli e successivamente all’Accademia di Venezia, dove il giovane riuscì a perfezionare la sua tecnica.

Infine, Hayez ebbe modo di imparare da uno dei più grandi scultori di tutti i tempi: Antonio Canova e la sua carriera da artista cominciò a decollare e a portarlo al meritato successo.

Nel 1823 si trasferì definitivamente a Milano, dove diede alla sua arte uno stampo impegnato e di carattere storico.

Gli ideali di Francesco Hayez

Dopo questo primo excursus sulla formazione di Hayez, avrete capito che sicuramente il talento non gli mancava. Ma cosa sono, in fondo, la formazione e la capacità tecnica senza una buona dose di ideali e sentimenti?

Per Hayez l’arte doveva essere impegnata, doveva fare del bene, provocare riflessioni, educare e accendere una piccola fiamma di pensiero all’interno della mente di chi osservava un’opera. Hayez impegnò la sua arte a favore della libertà e dell’amore per la patria, assumendo su di sé la responsabilità di educare il pubblico a sentimenti patriottici potenti.

Scopriamo quali sono le opere più rappresentative di Hayez, sia a livello di realizzazione tecnica e bellezza, sia a livello di ideali e anticonformismo.

Le 5 opere più belle di Francesco Hayez

Ecco le migliori 5 opere di Hayez, in grado non solo di mettere in mostra il suo talento innato e la sua abilità da pittore, ma di fare emergere l’artista prima di tutto come persona, con i suoi valori, i suoi sentimenti e la sua voglia di dare vita ad uno stile nuovo, in grado di inseguire il vero e il bello, senza rinunciare a una buona dose di ideali.

La congiura dei Lampugnani, 1826-1829, Pinacoteca di Brera, Milano

Il 26 dicembre 1476, Giovanni Lampugnani insieme ad altri due giovani, tentò di uccidere il duca di Milano Galeazzo Maria Sforza per scrivere la parola fine alla sua tirannia.

L’aspetto interessante dell’opera, oltre al fatto che a commissionarla sia stata la moglie di Alessandro Manzoni, è il forte sentimento di libertà che questi giovani inseguivano: erano mossi dai loro ideali e dalla volontà di agire per ciò che ritenevano giusto, ovvero difendere la libertà.

Ritratto di Carolina Zucchi, 1825-1835, Musei civici, Monza

Ritratto di Carolina Zucchi, Francesco Hayez
Ritratto di Carolina Zucchi, Francesco Hayez – artepassante.it


Questo ritratto va per forza inserito nella classifica di opere per conoscere al meglio il pittore, per un semplice motivo: Hayez amava Carolina.

Nonostante l’artista abbia avuto molte donne nella sua vita, si dice che questa artista della ricca borghesia milanese, abbia stregato il suo cuore più delle altre e che posò molte volte per lui.

La ritroviamo anche nelle vesti di Giulietta in un’altro dei capolavori di Hayez: L’ultimo bacio di Romeo e Giulietta, opera commissionata dal conte Giovan Battista Sommariva.

I profughi di Parga, 1831, Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia

Si tratta di un esempio di arte impegnata ad educare il pubblico, nello specifico questo quadro va a raccontare un evento accaduto nel 1817, quindi qualche anno prima rispetto alla realizzazione.

La scena si svolge a Parga, che nel 1817 venne ceduta ai turchi dal governo britannico. Le persone rappresentate nel quadro sono disperate e guardano con nostalgia alla propria terra mentre fuggono verso Corfù.

Molti vedono nell’opera un chiaro parallelismo con l’oppressione Austriaca su Lombardia e Veneto che stava avendo luogo proprio in quegli anni.

Accusa Segreta, 1847-1848, Musei Civici di Pavia

Accusa Segreta, Francesco Hayez
Accusa Segreta, Francesco Hayez – artepassante.it

Il quadro rappresenta una donna veneziana che ha appena scoperto di essere stata tradita dall’uomo che amava e sta per vendicarsi proprio con il foglietto che tiene in mando.

Sul foglio si legge: “S.S. Eccellenze/ i tre Cai/ del Consejo dei X”, ovvero la giovane sta accusando il suo ormai ex amante di cospirare contro la Serenissima.

La donna, in preda alla furia amorosa, sta per inserire il foglio nella testa di leone presente a Palazzo Ducale a Venezia, dove si potevano denunciare in modo anonimo possibili cospiratori. Insomma, una scena vendicativa e passionale degna di una serie tv.

Il bacio, 1859, Pinacoteca di Brera, Milano

Quest’opera ha fatto sognare generazioni e generazioni di romantici, che in questo bacio dato in fretta e furia leggono un sentimento tormentato e un amore proibito, passionale ma destinato a durare troppo poco.

Non tutti sanno però chi sono i due protagonisti, ma per presentarveli al meglio occorre inquadrare il contesto storico dell’opera.

Momento storico

Dopo il Congresso di Vienna, l’Italia venne suddivisa in Stati soggetti al dominio degli Arburgo. Questa decisione non venne accolta in moto positivo da alcune società segrete nazionaliste, che invece si continuarono a battere per l’unità d’Italia, è il caso della Carboneria e della Giovine Italia. Queste società continuano a combattere e nel 1861 riuscirono nel loro interno, ovvero ottenere l’indipendenza italiana.

Nel 1859 a Milano si avvertiva questa atmosfera patriottica e rivoluzionaria e il Conte Alfonso Maria Visconti di Saliceto, commissionò ad Hayez Il bacio che voleva essere molto più di un semplice bacio tra due amanti, ma un modo per suggellare l’alleanza tra Francia e Regno di Sardegna, senza il rischio che l’opera venisse censurata dalle autorità.

Il vero messaggio del bacio

Il bacio, Francesco Hayez
Il bacio, Francesco Hayez – artepassante.it

Il bacio nasconde, quindi, un messaggio segreto, che riassume ideali romantici e nazionalisti: l’uomo è un soldato armato e sta per partire, mentre la donna lo stringe con forza, come a volerlo salvare dai pericoli che l’amato affronterà per combattere la battaglia che ha scelto di sostenere: l’unità d’Italia. In più, la veste azzurra della giovane e la calzamaglia rossa del soldato, richiamano il tricolore francese, alleata con l’Italia in questa battaglia.

Nell’ombra sotto l’arco c’è un’ombra. Non sappiamo se appartenga ad un alleato che attende il giovane all’uscita o di un possibile antagonista, ma ci mette comunque addosso un senso di pericolo e inquietudine.

Hayez realizzò più versioni dell’opera, alcune più esplicite di altre a livello di significato allegorico, tanto che in una variante i colori delle vesti richiamano con chiarezza i colori della bandiera italiana.

Insomma, Francesco Hayez è stato un artista incredibile, in grado di fare parlare le sue opere e riempirle di significati reconditi, che emergono uno dopo l’altro mentre si sfoglia con lo sguardo ogni strato del quadro.

Romanticismo, patriottismo, libertà, tecnica e passione galleggiano sulla superficie delle sue tele e ci parlano con un linguaggio sempre attuale che sa di libertà.

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