Policleto, quali sono le opere più belle dello scultore classico?

Per realizzare le sue sculture, l’artista si affidava a delle unità di misura e proporzioni specifiche. La sua influenza sull’arte greca e successivamente sull’arte occidentale è stata significativa

Policleto è stato uno dei più importanti scultori dell’antica Grecia del V secolo a.C.. L’artista è nato ad Argo intorno al 480 a.C. e fu attivo soprattutto ad Atene. Le sue opere, fondamentali nello sviluppo delle teorie estetiche e della tecnica scultorea dell’antica Grecia, incarnavano l’armonia, l’equilibrio e la proporzione ideale del corpo umano, ovvero i principi dell’arte classica greca. Di lui non è rimasto alcun originale e i suoi lavori ci sono noti soltanto grazie a delle copie marmoree di epoca romana o tardo ellenistica. Policleto non fu solo scultore ma anche studioso e trattatista, attorno al 450 a.C., scrisse un trattato sulle proporzioni dell’anatomia umana, il Kanon o Canone, una serie di regole matematiche e proporzioni ideali per la rappresentazione del corpo umano. Il suo trattato esponeva infatti questi principi, enfatizzando l’importanza dell’armonia e dell’equilibrio nella scultura.

L’arte di Policleto

Policleto si è impegnato per la ricerca della perfezione anatomica e dell’armonia ideale, proporzione e simmetria nel rappresentare il corpo umano. Le opere di Policleto, come il “Doryphoros” (Il Doriforo), sono state espressioni delle regole da lui sviluppate. Il modello dell’artista per la rappresentazione del corpo umano ha continuato a influenzare gli artisti attraverso i secoli e il suo contributo alla teoria estetica e alla pratica scultorea è stato fondamentale nell’evoluzione dell’arte occidentale. Secondo la teoria policletea la perfezione di un corpo umano non dipende solo dalla pienezza muscolare ma anche dalla giusta proporzione delle varie parti del corpo.

Policleto
Policleto | photo by Pedro Camilo Márquez Vallarta licensed under 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/) – Artepassante.it

Per realizzare le sue sculture, l’artista si affidava a delle unità di misura e proporzioni specifiche. La sua influenza sull’arte greca e successivamente sull’arte occidentale è stata significativa e il suo stile e i suoi principi estetici hanno continuato a influenzare gli artisti per secoli. Policleto raffigurava eroi, divinità o atleti con corpi nudi e prestanti. 

Le opere più belle dello scultore classico

Alcune opere di Policleto sono state ampiamente lodate per la loro bellezza, il loro significato storico e l’influenza sull’arte successiva. Ecco alcune delle più importanti:

  • Il Doriforo: Questa statua raffigura un guerriero che tiene una lancia. Non si è certi dell’identità del soggetto. È uno dei capolavori dell’arte greca e una delle opere più celebri di Policleto. È un esempio perfetto del concetto di canone di Policleto e incarna l’armonia ideale e la perfezione anatomica. Nell’opera vengono accentuati i muscoli muscolari e i rapporti proporzionali armonici fra le varie parti. L’originale eseguito intorno al 450 a.C. è andato perduto e possiamo averne conoscenza attraverso le numerose copie in marmo di età romana. Il Doriforo è stato considerato un modello di bellezza e perfezione anatomica nell’arte greca e ha influenzato notevolmente la scultura successiva.
  • Il Diadumeno raffigura un atleta greco che si avvolge un diadema intorno alla testa. La figura nell’opera è ritratta in un momento di calma e grazia e viene evidenziato il fisico atletico dell’individuo. L’opera è un esempio classico del lavoro di Policleto ed è stata realizzato nel 430 a.C. circa. Il Diadumeno evidenzia l’attenzione dell’artista per la proporzione ideale del corpo umano e la rappresentazione realistica dei muscoli e della pelle. Anche se l’originale non è sopravvissuto, il Diadumeno è noto attraverso diverse copie romane e descrizioni antiche.
  • L’Erma di Delo raffigura Apollo e per questo è nota anche come “Apollo di Delo”. L’opera è stata oggetto di studio e ammirazione per secoli.
  • L’amazzone ferita è stata realizzata nel 440 a.C circa e raffigura una giovane guerriera che, appoggiata a un sostegno, mostra una ferita sul fianco destro.
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