Le caratteristiche dell’arte preistorica

In questo articolo vediamo tutte le caratteristiche e le curiosità sulla prima forma d’arte mai espressa dall’uomo: quella preistorica

L’origine dell’arte rimane avvolta nel mistero, poiché risale a un periodo così remoto che è impossibile determinarlo con precisione. Tuttavia, è plausibile che l’arte abbia fatto la sua comparsa molto presto, probabilmente insieme all’emergere dell’umanità stessa. In un’epoca in cui l’uomo era ancora in evoluzione e non possedeva un linguaggio compiuto, quando viveva nelle caverne o in rifugi naturali e non aveva ancora scoperto l’invenzione della ruota, l’arte era già presente, e i nostri antenati avevano, esattamente come noi, un grandissimo bisogno di comunicare. Questo loro bisogno li ha portati a creare le prime forme d’arte, le quali sono, incredibilmente, arrivate fino ai giorni nostri. Vediamo, quindi, quali sono le caratteristiche dell’arte preistorica.

Tutto quello che c’è da sapere sull’affascinante arte preistorica

Non possediamo un resoconto definitivo sull’origine dell’arte, ma abbiamo prove che 36.000 anni fa, nel tardo Paleolitico, gli esseri umani comprendevano il potere delle immagini e delle rappresentazioni. Questo è dimostrato dalle antiche testimonianze di pittura “rupestre”, eseguite sulle pareti di alcune grotte. Inizialmente, le immagini erano molto semplici, talvolta quasi primitive o astratte, come segni, cerchi, spirali o impronte. Tra queste, le impronte di mani umane, risalenti addirittura a 41.000 anni fa, rappresentano le più antiche espressioni figurative mai scoperte. Tuttavia, è difficile determinare se queste testimonianze siano da considerarsi autentiche forme d’arte.

Segni delle mani sono presenti, ad esempio, nella famosa Cueva de las Manos (che tradotto significa Caverna delle Mani), localizzata in Argentina, nella regione di Santa Cruz in Patagonia, e risalgono a circa 13.000 anni fa.

Cueva de las Manos
Cueva de las Manos | Pixabay @Rudimencial – Artepassante

Il regno animale costituì il primo soggetto pittorico autentico affrontato dagli artisti preistorici. I cacciatori del Paleolitico, ad esempio, dipinsero sui muri delle caverne rappresentazioni di bisonti, bovini, cavalli e cervi, addirittura rinoceronti, dimostrando che tali creature africane erano presenti nell’Europa meridionale di allora. Queste raffigurazioni di animali e scene di caccia sono state scoperte in un vasto territorio che comprende l’Europa sud-occidentale, parti dell’Asia e dell’Africa. In Europa sono stati individuati 200 siti archeologici con grotte e ripari dipinti, di cui 120 in Francia e 55 in Spagna, oltre ad altri in Italia, Portogallo, Romania e Russia.

Le tecniche pittoriche dei primitivi

Gli artisti preistorici non erano dilettanti occasionali: possiamo considerarli, piuttosto, professionisti che si esercitavano e probabilmente apprendevano da maestri. Nonostante le difficili condizioni di lavoro e gli strumenti rudimentali, la qualità artistica di queste immagini è notevole. Essi riuscivano a ottenere i pigmenti necessari dalle risorse locali, come dimostrano le più antiche tracce conosciute di pigmenti risalenti a circa 300.000 anni fa. I pigmenti predominanti erano quelli rossi, derivanti da ossidi di ferro, come le ocre, con sfumature dal rosso al giallo oro fino al marrone chiaro. Gli artisti preistorici utilizzavano vari leganti oleosi o grassi, come albume d’uovo, grasso animale e anche sangue, per agglomerare i pigmenti.

I pigmenti, una volta ottenuti, assumevano una consistenza semiliquida o pastosa e potevano essere applicati o spruzzati utilizzando canne o ossa cave, oppure spalmati con le dita. I cacciatori preistorici usavano tamponi rudimentali, fatti di fibre vegetali o vesciche di animali, per creare ampie macchie di colore. Questo metodo consentiva loro di delineare il contorno delle figure con sequenze di grandi punti ravvicinati e successivamente riempire la forma ottenuta con il colore. I pennelli grezzi venivano realizzati con piccoli rami a cui venivano fissate piume o ciuffi di peli presi dalle code degli animali.

I vari stili

Gli esperti hanno identificato diverse tendenze artistiche, come quella perigordiana (30.000-15.000 a.C.), così denominata dalla regione francese del Périgord, dove sono stati effettuati scavi significativi, e la maddaleniana (15.000-8300 a.C.), chiamata così dal sito archeologico di La Madeleine, in Dordogna (Francia). Dopo il 15.000 a.C., gli artisti preistorici si dedicarono anche alla ricerca di effetti di movimento vivaci. I pittori maddaleniani dimostrarono un notevole livello tecnico nel disegno; i profili degli animali erano accurati, le pose molto realistiche, i dettagli precisi, e i colori (rosso, nero e ocra) applicati in modo tale da conferire volume ai corpi.

Ma quali sono i siti più famosi dove osservare le pitture rupestri?

La grotta di Chauvet

La grotta Chauvet, scoperta nel 1994, contiene i dipinti e graffiti più antichi al mondo, risalenti a circa 32.000-36.000 anni fa. Situata nella Francia sud-orientale, presenta rappresentazioni di animali come bisonti, mammut e rinoceronti, insieme a predatori come leoni e orsi. Le figure, principalmente dipinte di profilo, mostrano una notevole maestria nel rendere forme e proporzioni. Alcuni animali presentano zampe sovrapposte, suggerendo il movimento. Non accessibile al pubblico, nel 2015 è stata creata una fedele replica della grotta, con stalagmiti, stalattiti e pitture riprodotte in scala 1:1.

Grotta di Chauvet
Grotta di Chauvet | Pixabay @atlantic-kid – Artepassante

Le grotte di Lascaux

A Lascaux, vicino al villaggio di Montignac in Dordogna, Francia, si trovano grotte ricche di pitture rupestri risalenti al tardo perigordiano (15.000 a.C.). Le immagini includono uri monumentali di 5 metri accanto a bisonti, cavalli e cervi più piccoli. Scoperte casualmente nel 1940, le grotte furono aperte al pubblico dopo la Seconda guerra mondiale, ma l’afflusso di visitatori causò danni ai dipinti. Nel 1963, le grotte furono chiuse. Oggi, Lascaux II offre una replica fedele delle grotte originali, mentre alcune riproduzioni dei dipinti sono esposte in un parco vicino a Montignac. Le figure mostrano una vivacità e un senso del movimento unici, con occhi espressivi e posizioni dinamiche. Gli artisti perigordiani utilizzarono le irregolarità della roccia per dare rilievo agli animali dipinti e lasciarono i toni della pietra come sfondo luminoso. Sebbene le rappresentazioni siano principalmente di profilo e con contorni rigidi, queste opere sono considerate capolavori dell’arte naturalistica.

Le grotte di Altamira

A Santillana del Mar, in Cantabria, Spagna, si trova Altamira, una zona con grotte che ospitano pitture e incisioni datate al maddaleniano finale (12.000-10.000 a.C.). Le rappresentazioni includono graffiti e pitture di animali, alcune delle quali di dimensioni quasi naturali (100-140 cm). Lungo 200 metri di roccia, si trovano gallerie e grandi sale coperte da queste opere, realizzate con alta maestria artistica. Gli artisti incidevano il profilo degli animali con una punta e successivamente riempivano le incisioni con colore, applicato con le dita, pennelli rudimentali o soffiato direttamente sulla parete con una cannuccia. A differenza di Lascaux, dove la linea prevale sulla massa, ad Altamira il colore e il volume sono centrali. Gli artisti hanno sfruttato le caratteristiche naturali della roccia in modo virtuoso, trasformando asperità in dettagli di animali o interi animali: rannicchiati, correnti, al galoppo. I bisonti sono i soggetti più comuni, occasionalmente accompagnati da cavalli e cervi. La luce delle lanterne, con le ombre mutevoli delle sporgenze naturali, avrebbe reso questi animali in corsa incredibilmente realistici e spaventosi.

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