Paul Klee, la vita e le opere dell’esponente dell’astrattismo

Il pittore svizzero-tedesco Paul Klee, attraversò le correnti avanguardiste del Novecento, come espressionismo e astrattismo, creando un suo stile personale metafisico e primigenio

Paul Klee, un pioniere delle tendenze che plasmarono l’arte moderna e contemporanea, emerge come una figura cruciale nell’avanzare delle avanguardie all’inizio del XX secolo.

Accanto a artisti del calibro di Kandinskij e Picasso, le opere di Klee sono imprescindibili per chiunque desideri esplorare il movimento Der Blaue Reiter, il quale aspirava a dare all’arte un significato spirituale e metafisico, cercando di elevare l’opera d’arte al di là della mera rappresentazione della realtà.

La vita dell’artista astratto Paul Klee

Nato il 18 dicembre 1879 a Münchenbuchsee, in Svizzera tedesca, Klee è il figlio di Hans Klee, insegnante di musica, e Ida Frick, cantante. Nonostante i genitori sperassero che seguisse le loro orme musicali, Klee si avvicinò sempre di più alle arti visive durante l’adolescenza. Iniziò a suonare il violino all’età di sette anni, ma il suo interesse per la pittura lo portò a intraprendere un percorso diverso.

Nel 1901 si trasferì a Monaco di Baviera, dove iniziò a frequentare l’Accademia delle Belle Arti. Durante questo periodo, tra il 1902 e il 1906, si ispirò a artisti come Gustav Klimt, William Blake e Goya e divenne allievo di Franz von Stuck. Cominciò anche a esporre le sue prime opere alla Secessione di Monaco e di Berlino. Nel 1906 sposò la musicista Lily Stumpf.

"Ad Parnassum" 1932Olio su tela, 100 x 128 cm. Berna, Kunstmuseum
“Ad Parnassum” 1932, Olio su tela, 100 x 128 cm. Berna, Kunstmuseum – Artepassante.it

 

Nel 1910, Paul Klee espone la sua prima mostra personale al Kunstmuseum di Berna. È in questo periodo che entra in contatto con artisti del calibro di August Macke, Franz Marc e Vasilij Kandinskij. Insieme a quest’ultimo, fonda il celebre gruppo Der Blaue Reiter (Il Cavaliere Blu).

L’ambiente artistico e culturale di Monaco di Baviera in quegli anni è vibrante e sebbene il gruppo abbia una vita breve a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale nel 1914, lascia un’impronta indelebile nella storia dell’arte.

Ciò che accomuna questi artisti è la volontà di trasmettere un messaggio spirituale attraverso l’arte. Der Blaue Reiter diventa così il secondo gruppo fondamentale dell’espressionismo tedesco, dopo il Die Brücke.

All’interno del gruppo Der Blaue Reiter, Klee esplora diverse modalità artistiche e approfondisce la sua visione dell’arte come strumento di rivelazione della realtà. È un innovatore nell’uso della linea, della tecnica pittorica e del colore, spesso sperimentando con le variazioni cromatiche.

Nonostante il suo lavoro si sviluppi seguendo una crescita teorica, le opere di Klee sono anche fortemente influenzate dalle sue esperienze personali: due in particolare lasciano un segno profondo nella sua carriera: un viaggio a Tunisi e la partecipazione alla Prima Guerra Mondiale, durante la quale perde molti dei suoi colleghi e amici artisti.

Dopo la conclusione della Grande Guerra, Paul Klee riceve un invito da Walter Gropius nel 1921 per insegnare presso la rinomata Bauhaus di Weimar.

Le sue lezioni contribuiscono significativamente a plasmare gli ideali dell’astrattismo, conferendo una legittimità istituzionale alla sua ricerca artistica.

Con grande entusiasmo, Klee trasmette le sue conoscenze, avendo ora maggior libertà nel definire gli indirizzi teorici del suo lavoro. Oltre alla sua vasta produzione artistica, il suo contributo alla storia dell’arte risiede soprattutto nell’elaborazione teorica della sua pratica creativa.

Tra il 1898 e il 1918, Klee scrive i suoi Diari, in cui condivide le sue profonde riflessioni sull’arte e sul significato delle sue opere: egli considera l’immigrazione come un esercizio spirituale essenziale per esplorare la realtà e il proprio ruolo nel mondo.

Klee emerge come uno dei pionieri dell’astrattismo perché le sue opere non sono più percepite semplicemente come dipinti, ma come una manifestazione di immagini capaci di rivelare la realtà non come mera rappresentazione, ma come una profonda comprensione dei meccanismi naturali.

Ed é quindi nelle sue opere principali che sono ravvisabili tutte le caratteristiche del suo stile: se le sue prime opere (Giovinetta su un albero, 1903; Testa minacciosa, 1905) sono orientate più verso un decorativo a tratti simbolista, il suo interesse si sposta nel corso degli anni verso il segno (Macchina per cinguettare, 1922; Flora noctis, 1940) e il colore (Crepuscolo tropicale, 1921; In fiore, 1934).

In Macchina per cinguettare, il delicato disegno infantile è combinato al tema della macchina con soggetti animali: un gruppo di uccelli a becco aperto è infatti appollaiato su un filo o un ramo, collegato a una manovella, su uno sfondo blu e viola. Si tratta di un tema bizzarro e scherzoso, decisamente amabile, volutamente ambiguo, di “squisita assurdità”, secondo un articolo dell’epoca, e che ha spinto la critica a ipotizzare diverse interpretazioni, alcune delle quali, forse, un po’ troppo forzate: trionfo della natura sulle macchine o, al contrario, rappresentazione visiva della meccanica del suono o, ancora, drammatica macchina di tortura.

Sempre influenzato dalla musica, come nel dipinto Flora on Sand del 1927, in cui riporta l’esperienza ritmica di una partitura musicale sotto forma di colori. La libertà del periodo maturo della sua opera porta molti critici ad accostarlo al surrealismo (Pasto variato, 1928).

Ad Parnassum (1932) venne dipinto da Klee dopo un suo soggiorno in Italia. L’artista visitò Ravenna e rimase profondamente colpito dallo splendore dei suoi mosaici paleocristiani e bizantini. La suggestione della tecnica dei mosaicisti ravennati si riflette, in quest’opera, nelle pennellate puntiformi, che richiamano, appunto, le tessere di un mosaico e creano un effetto vibrante e luminescente. I colori adottati, e in particolare gli azzurro-verdi e i gialli-arancio conferiscono all’immagine tonalità calde e intense.

Due linee rette e oblique evocano la sagoma di una collina, o forse di una piramide, affiancata da una sfera che richiama il sole all’alba. In basso, una sagoma simile a quella di una porta sembra voler indicare l’ingresso ad un mondo misterioso. D’altro canto, a proposito di questo quadro, Klee dichiarò: “Il soggetto era il mondo, se pure non questo mondo visibile”.

L’intento dell’artista è quello di trascendere il mondo fenomenico senza tuttavia tagliare ogni legame con la realtà, come invece faceva Kandinskij.

Nel 1933, Paul Klee è costretto a interrompere la sua attività di insegnamento a causa dell’ascesa della dittatura nazista, che condanna la sua opera come “arte degenerata”. Costretto a lasciare la Germania, fa ritorno a Berna, in Svizzera, dove trascorre gli ultimi anni della sua vita insegnando fino alla sua morte, avvenuta nel 1940.

L’eredità artistica di Paul Klee ha avuto un impatto significativo sulla storia dell’arte del XX secolo, poiché è stato un artista straordinariamente prolifico, producendo circa 9500 opere d’arte.

Molti dei suoi capolavori sono oggi custoditi in collezioni private: nel 2005 è stato inaugurato il Museo Zentrum Paul Klee a Berna, sua città natale, grazie alle generose donazioni del figlio Alexander Klee e della fondazione a lui intitolata, che ospita circa 4000 opere, corrispondenti al 40% della produzione dell’artista.

Di recente, a Milano, il Mudec Museo delle Culture ha ospitato la retrospettiva “Paul Klee. Alle origini dell’arte” e attualmente un’opera di Paul Klee ha un valore approssimativo di circa 7,5 milioni di euro.

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